Tumori: test urine per scoprire quello alla vescica

ROMA – Per la diagnosi e il monitoraggio di alcuni tumori spesso sono necessari esami invasivi e fastidiosi. Uno di questi e’ la cistoscopia, con eventuale biopsia, unica analisi sicura per il cancro alla vescica. Ma non per molto. All’ospedale Molinette di Torino sono infatti riusciti a diagnosticare questo tumore grazie a un semplice test delle urine.

Finora la diagnosi si era basata principalmente sul riconoscimento dei sintomi, il piu’ frequente dei quali e’ l’ematuria, cioe’ l’emissione di sangue con l’urina, che in 1/4 di questi casi rivela una malattia gia’ infiltrante, per cui serve l’asportazione chirurgica della vescica. Il metodo piu’ affidabile per la diagnosi e per i controlli successivi dopo asportazione endoscopica del tumore e’ stata la cistoscopia, esame invasivo, costoso e fastidioso, che deve essere ripetuto, spesso per tutta la vita. Per tale motivo si ricorre ad altri test non invasivi sulle urine (esame citologico, uCyt+, BTA stat NPM22), ma nessuno di questi e’ affidabile quanto la cistoscopia.

La sperimentazione fatta a Torino, i cui risultati saranno pubblicati sul ‘Journal of urology’, consente di rendere piu’ semplice e meno fastidiosa la diagnosi di questo tumore, che e’ tre volte piu’ frequente nell’uomo rispetto alla donna, ed e’ in costante aumento nei paesi industrializzati. Circa un quinto dei casi e’ dovuto infatti all’esposizione lavorativa a sostanze cancerogene, come le amine aromatiche, usate nelle fabbriche di coloranti chimici, tessili, e nell’industria metalmeccanica.

Il team di ricercatori del dipartimento di Urologia delle Molinette, guidati da Dario Fontana e Paolo Destefanis, ha dimostrato per la prima volta, utilizzando sofisticate tecniche di proteomica, la presenza di fosfo-proteine nel tessuto tumorale e quindi nelle urine dei pazienti con carcinoma della vescica. In base ai risultati dei test condotti su circa 150 pazienti, la presenza di fosfo-proteine nell’urina si e’ rivelata in grado di discriminare i pazienti con carcinoma della vescica da quelli sani in modo molto accurato. La ricerca di queste fosfo-proteine nelle urine potrebbe, quindi, rappresentare un esame diagnostico affidabile, non invasivo, ed estremamente utile per il monitoraggio periodico dei soggetti a rischio e la diagnosi di ripresa di malattia nei soggetti gia’ trattati per via endoscopica, con la possibilita’ di ridurre il ricorso alla cistoscopia. Per confermare questi risultati sta partendo un’altra sperimentazione, che coinvolgera’ vari centri di urologia in Italia ed in Europa, per standardizzare il test.

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