“Dissero che dovevo abortire perché il feto era morto, ma non era vero”, la denuncia di Francesca Vancheri

”Mi sono sentita morire”: nelle parole di Francesca Vancheri, 35 anni, in attesa del secondo figlio, c’è tutta la paura e l’ansia che può provare una madre quando si sente dire che ha perso il bambino che porta in grembo. Soprattutto perché non era vero, denuncia oggi la donna, incinta di tre mesi e una settimana: ”Io e il bambino stiamo benissimo”, racconta.

Ora Francesca, ripercorre la brutta avventura che le è capitata il 19 ottobre scorso quando, al pronto soccorso dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, i medici le dissero che doveva sottoporsi ad un raschiamento del feto perché era privo di vita. L’avvocato della donna, Vincenzo De Nardis, ha presentato una diffida e valuterà insieme alla sua assistita se sporgere denuncia.

”Hanno fatto una cosa di una gravità inaudita, non la passeranno liscia perché io andrò fino in fondo. Fortunatamente non sono di Roma altrimenti avrei fatto il raschiamento e avrei perso mio figlio. Ora il mio pensiero va a tutte le altre donne che potrebbero trovarsi in una situazione simile”, dice la donna. Francesca, che lavora in un’agenzia di investigazioni private a Teramo, sposata e gia’ madre di una bambina di sei anni, si trovava a Roma per motivi di lavoro, quando, al secondo mese di gravidanza, si e’ sentita male e ha avuto delle perdite. Si è precipitata allora al Pertini dove e’ rimasta dalle 17 alle 23.

”E’ stata un’attesa estenuante, per non parlare della situazione di caos che c’era al pronto soccorso. Gente che giocava con le carrozzine, una vera e propria ‘kasba’. Mi hanno fatto un’ecografia e l’esame del sangue, poi mi hanno spiegato che il bambino era morto, era stato riassorbito e io dovevo fare urgentemente un raschiamento – spiega – Non hanno fatto firmare nè a me nè al medico neanche il referto. Tra l’altro, l’ecografia era vuota”.

Ma Francesca, per fortuna, ha voluto sapere il parere del suo ginecologo, perché la visita al Pertini non la aveva convita: ”Il giorno dopo – racconta la donna – sono andata dal mio dottore che invece mi ha detto che il mio bambino era sano e che stava benissimo. Mi ha spiegato che le perdite erano dovute a una vecchia rottura della placenta, ora rimarginata”.

Un episodio a cui Francesca, oggi, a distanza di oltre un mese, non riesce a trovare una spiegazione. ”Non capisco come si possano compiere errori medici del genere. Se avessi ascoltato loro a quest’ora non sarei più incinta. Secondo il mio medico l’errore potrebbe essere stato causato o da una disattenzione oppure dal macchinario che era troppo vecchio”.

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